Posted by on 8 marzo 2016

 
 
 

di Larry Woodmann

Un amico mi ha detto che le mie fotografie sono maledettamente “borghesi”. Ed ha ragione, anch’io stesso a volte quando le osservo me ne rammarico: spesso troppo puntuali per rappresentare situazioni che di puntuale non hanno nulla. Per questo amo guidare e scattare senza un progetto preciso in mente per gli Stati Uniti. Sono il luogo dove finalmente riesco, sempre per usare le parole di quell’amico, ad andare a “comperare il pane sotto casa senza aggiustarmi la cravatta”. Come in quei jeans e anfibi militari che indosso per settimane ci fossi nato e non avessi conosciuto altro tipo di abbigliamento. Nel paese più consumistico del mondo io mi ci sento libero come da nessun altra parte, perché in fondo intimamente più liberi di noi. Percorro come da Milano a Roma solo fra campi di grano, mi fermo, bevo un caffè, mi fumo una sigaretta e scambio due parole con l’avventore che non sa nulla di me né io di lui e non ci giudichiamo dalla marca di scarpe che indossiamo. Abituato a vivere in un Paese che è un paese, dove nonostante i suoi 60 milioni di abitanti con tre contatti di linkedin tra le tue conoscenze arrivi al Presidente del Consiglio, mi affascina girare per luoghi dove di Obama sanno solo che è nero e che è il Presidente e del resto non gliene frega assolutamente nulla. La loro casetta di legno in mezzo al niente, il truck parcheggiato sul vialetto, i giochi dei bambini sul prato davanti e miglia e miglia di nulla intorno. Tutto il resto è così lontano e sconosciuto e quindi non li riguarda. In questo lo trovo un paese pasoliniano solo più colorato: l’ignoranza e l’innocenza della cultura primordiale contadina e nomade (perché al di fuori delle grandi città questo è ancora l’America) rende in fondo l’uomo più autentico e più libero. E’ il paradosso benefico e contrario rispetto all’ acculturamento latino ed europeo che eleva intellettualmente ma che inevitabilmente trascina verso la nevrosi borghese dell’aspirazione e del confronto fino a quando quest’ultime non diventano esse stesso paradigma culturale di riferimento dei singoli individui. Ecco, le mie foto di quel viaggio vogliono rappresentare proprio queste mie riflessioni, distanti anni luce da quello che è stato scritto a proposito delle mie foto “….Larry Woodmann intende, con le sue foto, descrivere gli Stati Uniti di oggi, tra simboli del consumismo, come fast-food e centri commerciali, e decadimento morale, con la donna in biancheria intima, forse una prostituta, seduta e con lo sguardo nel vuoto in una camera.”. Paradigmi stantii di un critico improvvisato che, al pari di tanti nostri concittadini, non ha saputo guardare dentro ma si è accontentato del fuori. Mentre molto più interessanti sono state le osservazioni di alcuni miei estimatori. “Solitudine”, “silenzio”, “assenza”, tutti concetti che in questo caso non hanno un’accezione negativa…anzi, sono state le condizioni ideali per un viaggio non alla scoperta fotografica dell’America che è già stato fatto da tutti e in tutti i modi, ma un viaggio alla riscoperta di me stesso.   Ecco, credo che queste fotografie in definitiva non siano altro che dei lucidi autoritratti.

di Tania Piazza

“Itinere” è un viaggio dell’anima. A far da contorno, gli spazi sconfinati della natura americana, così primitiva e antica. Tutto immenso, senza una fine apparente, come in quel verso in cui Neruda si definisce “più sterminato dell’erba nelle praterie”. Non credo sia casuale, credo piuttosto che lo spirito di chi ha fotografato avesse le ali e volesse usarle. In quasi tutte le immagini colgo un orizzonte che spinge verso l’alto, in avanti, quasi un’esortazione ad andare oltre, perchè oltre c’è sempre qualcosa che vale la pena, che fa valer la pena. Pensiero di fondo è un concetto molto ampio di libertà, quella che ti fa andar lo sguardo senza limiti e che dalle nuvole più alte in cielo torna giù, per posarsi su un volto rubato all’interno di un cafè. Sembrano non avere una connotazione temporale, queste fotografie, come se ogni orologio esistente lungo la route 66 fosse stato messo in stand by, rendendo ogni fermo immagine assolutamente immoto. Esiste un concetto di libertà più ricco e più invidiabile? “… un viaggio alla scoperta di me stesso. Credo che queste fotografie in definitiva non siano altro che dei lucidi autoritratti”. Mi piace questo Larry Woodmann, mi fa venir voglia di aprire per bene i polmoni e respirare a fondo, catturare l’essenza di un sentimento e fissarmelo indelebilmente nel cuore, dove possa rimanere immoto, come le auto e le case ritratte dall’artista, e le nuvole, e le strade. Tutto, rigorosamente, senza fine.

di Ivano Mercanzin 

Wim Wenders , Paris Texas , sento riecheggiare le note di Ry Cooder mente scorro le foto di Larry Woodmann, distese solitarie,  chilometri di nulla,  solo natura incontaminata e qualche sparuta abitazione che si perde negli spazi infiniti e “On the Road” e la Beat Generation di Jack Kerouac mi vengono in mente.Immagini che scorrono come in un muto super8, Motel, Route 66 , Mobil, Caffè , il viaggio come riscoperta di nuovi mondi, altre vite, emozioni, solitudini e altro. E in tutto questo l’autore racconta di se con uno sguardo attento, coinvolto quanto basta ma mai troppo “dentro”, un incipit che poi lascia all’osservatore completare e interpretare, uno svelarsi , ma appena appena, quasi titubante nello scoprirsi troppo, nell’essere sfrontato, o volgare,  o peggio ancora banale….messaggi in bottiglia lasciati nel mare dell’indifferenza, galleggianti, accenni che lasciano spazio all’immaginazione: è essere presente nella scena ma da lontano, da una prospettiva che costringe lo sguardo a socchiudere gli occhi per mettere a fuoco, senza invadere lo spazio, per non turbare e il viaggio attraverso la Route 66 continua  e continua, un corsa nello spazio e nel tempo, nella memoria e nel futuro,  immaginandosi altre vite, altre occasioni, un viaggio dentro se stessi,  nei  propri abissi, a volte, per attimi,  per poi riemergere guardando il cielo e il suo azzurro …e un altro giorno è trascorso.

Ora cliccate play e fatevi avvolgere dalla musica e dalle immagini, buona visione e buon ascolto.

https://www.youtube.com/watch?v=-sckPID6uUI

 

Itinere ©Larry Woodmann (2)

Itinere ©Larry Woodmann (5)

Itinere ©Larry Woodmann (7)

Itinere ©Larry Woodmann (8)

Itinere ©Larry Woodmann (9)

Itinere ©Larry Woodmann (10)

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Itinere ©Larry Woodmann (19)

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Itinere ©Larry Woodmann (33)

Itinere ©Larry Woodmann (36)

 

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