Posted by on 18 gennaio 2017

 
 
 

foto di Pino Dal Gal

Scritti di Paola Palmaroli e Ivano Mercanzin

Questo nuovo lavoro di Pino Dal Gal lascia senza fiato, geometrie di luce e ombre, tagli netti e decisi, architetture che sembrano lottare con la realtà per trasformarsi in altro, paesaggi surreali come bloccati in uno spazio tempo indefinito, in un’immobilità artefatta : la Metafisica
Tutto sembra congelarsi , cristallizzarsi in un istante senza tempo, nel silenzio più assoluto.
Magia ed enigma dominano la scena di questo susseguirsi di immagini, una luce quasi irreale ci consegna una realtà spiazzante che sembra cozzare con la logica del nostro “conosciuto” superando la realtà e andando “oltre” in una nuova dimensione.
Muri materici si stagliano netti nel cielo, linee d’orizzonte di “colori” contrastanti su cui poggiano cirri e nembi gonfi e rassicuranti,
Linee che si sovrappongono e si intersecano quasi a scompaginare ogni ordine precostituito, ogni logica,
Oggetti comuni che diventano sculture immaginarie e il gioco dei riflessi che strania attraendoci nel vortice dello “sconosciuto” ,
Piante che sembrano lingue di fuoco che avvolgono minacciose architetture bianche ed intonse, mentre una scala sembra portarti dritto tra le nuvole ad assaporare la leggerezza del nulla,
oggetti come l’anfora sembrano preordinate nella loro immobilità come una natura morta di Morandi, mentre De Chirico è lì presente e le Muse Inquietanti sembrano apparire da un momento all’altro…(Ivano Mercanzin)

 

L’essenza delle forme e delle geometrie qui raggiunge l’apice della perfezione grazie ad un scelta compositiva straordinaria per gli effetti che crea tra i vari elementi ripresi. Le linee non si oppongono l’una alle altre, i volumi sono evocati dagli angoli che donano profondità alla scena, come pure le fessure e la presenza onnipotente di un cielo che chiede alle sue nuvole di adagiarsi scivolando sul tetto o di far capolino per donare ombre inaspettate e taumaturgiche. Le ombre sono attratte dalla luce e viceversa come nel mito di Proserpina e di Plutone, un rapimento che valse le ire di Demetra, la madre terra, ma si concluse con il matrimonio tra due energie opposte e complementari. Nel tuo scatto colgo la stessa fascinazione ed attrazione, senza dimenticare la perfezione stilistica della composizione. Un calligrafia di luce la tua che sa come far emergere la passione verso una terra con un’eleganza vibrante di luce propria, quella del tuo sguardo Pino Dal Gal. (Paola Palmaroli)

 

Da una parte il cielo e le case, dall’altra un muro, una parete che crea una netta cesura tra realtà visibile ed invisibile. Ci sono delle case in lontananza, il cielo non è completamente limpido, si scorgono alcune nuvole, tutto appare così irreale e fermo da far tremare la carne sulle ossa. La parete delimita un confine, ne svela altri in lontananza, ammiro enormemente questo tuo lavoro, a ben guardare non ci sei solo tu che scegli la prospettiva da cui dobbiamo partire, ad osservare tale composizione c’è anche la luce del sole, un paesaggio silenzioso ed apparentemente immobile, la fascinazione estrema verso una calma che conquista cuore e mente. Bellissima scena e composizione Pino Dal Gal, non si finisce di ringraziarti mai abbastanza per gli stimoli che doni con questi tuoi scatti. (Paola Palmaroli)

 

Questa immagine mi rammenta la fotografia in bianco e nero degli anni Trenta del Novecento, gli ungheresi come fotografi lavorarono molto su questo tema sia usando le geometrie architettoniche che i volumi e le armonie dei corpi umani, delle vie cittadine, di scene più naturalistiche. Il candore delle mura funge da tela per un pittore ideale quale sei tu capace di cogliere nelle ombre i vari piani visivi, i vari elementi che si intersecano fra loro o si avvicendano. Angoli, linee parallele, diversi spessori che danno alle ombre un’anima che reinventa gli spazi in esterni delle case, un movimento continuo che segue il percorso dei raggi del sole dipingendo continuamente nuove prospettive. Lo sguardo del fotografo che sceglie quale momento del giorno suggellare ed interpreta meravigliosamente la sua fascinazione testimoniando l’alchimia perfetta tra volumi e spazi compositivi. La sinuosità di alcune linee e la perfetta angolazione con cui certe linee si incontrano e si allontanano per sempre da altre dà l’effetto di una danza cui tu Pino Dal Gal non sei estraneo nella scelta finale del ritmo da imprimere al ogni scatto. Un direttore d’orchestra geniale che sa come rendere un bianco e nero indimenticabile come se fosse una sinfonia senza fine. ( Paola Palmaroli)

 

Che riflesso, che meraviglia la lingua di sole che disegna in modo netto e preciso un confine quasi invalicabile. In quella finestra ci sono tutte le vite che cercano un’armonia non perfetta ma sommessamente umana. Bellissimi tutti i dettagli. ( Paola Palmaroli) 
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Dalle foglie di aloe che salgono verso l’alto per avvolgere il candore luminoso della costruzione e delle ombre morbide che vestono gli spazi riempiendoli del nostro sguardo, si giunge al cielo, a quella pianta che fa capolino da un angolo della casa quasi provasse pudore a far parte della scena. Stupendo il taglio, l’inclinazione che dona alla composizione un movimento straordinario. Le ombre sono le vere protagoniste, sia quelle che fungono da seconda pelle per le foglie che le linee geometriche ed architettoniche della casa, pronte ad accentuare i volumi e gli spazi in esterni della costruzione. La natura sembra voler prendere il sopravvento fagocitando la costruzione stessa in un abbraccio senza fine, non si prova inquietudine nell’osservare l’effetto di tale incontro, tutt’altro, ci si immedesima nelle foglie, dal basso verso l’alto si raggiunge quello sprazzo di cielo che è fonte di vita per le foglie e cui la casa sembra tendere con la stessa forza e tenacia. Il bianco e nero è straordinario nell’evocare la bellezza e la forza di ogni elemento presente nello scatto, si rimane avvinti dal bisogno di luce proveniente dalla terra e dal bisogno di ombre proveniente dal cielo, la casa funge da punto d’incontro di tali tensioni e raccoglie le voci, i profumi, il corpo e l’anima di una terra straordinaria. Amo molto questa immagine Pino Dal Gal, c’è una passione così intensa sublimata e stilizzata dai vari elementi da emozionare, il luogo è ripreso in modo quasi viscerale eppure che eleganza emerge da tale incontro e fascinazione. (Pino Dal Gal)

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La scala ed il muro che portano verso il cielo, si prova lo stesso calore che il candore ed i raggi del sole emettono, l’aria sembra impregnata delle luci e delle ombre come un antico profumo, quello di storie epiche narrate oralmente dove eroi in fuga sbarcarono su queste terre rincorsi da dei e da un destino veloce come il vento e le nuvole in cielo. Come non innamorarsi di un cielo limpido come questo, di una terra ricca di suggestioni e di energie portate dal mare e dalle correnti del cielo. Con questo bianco e nero superbo tu sei capace di farci immaginare ed evocare tutti i colori di uno spettro solare mediterraneo il cui cuore batte in ogni tuo scatto di questo lavoro. (Paola Palmaroli)

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L’effetto finale qui è decisamente ipnotico, l’ombra in primo piano sembra spiare cosa accade dietro l’angolo, cosa si celi oltre quella porta oppure dietro la porta finestra sullo sfondo a sinistra è l’inizio di un’avventura visiva che ha come protagonisti diversi elementi. Il vaso appare come le colonne simile ad un guardiano, la scena ed i vari piani visivi sono di una severità quasi ascetica, le mura intonacate di fresco ed il silenzio che si respira incantano. Non so se il mare sia vicino ma di certo i venti soffiano e fanno sentire la loro voce da queste parti, ogni momento del giorno è unico, a te è stata donata la capacità di scegliere quale sia il più affascinante e l’hai trovato, complici le strutture architettoniche stesse che hai coinvolto come modelle ideali rispondendo alla tua chiamata hanno fatto raggiungere al tuo bianco e nero vette disarmanti per bellezza ed eleganza. Spesso ritorno sul concetto di eleganza nei tuoi scatti perché lo sguardo e la scelta compositiva non bastano a rendere una foto affascinante, ci vuole un animo altrettanto scevro da sovrastrutture e dalla tentazione di essere ridondante per cogliere la bellezza nell’essenza delle cose. Tu possiedi questo dono, sai raccontare con pochi elementi una casa, un ambiente naturale, una stagione, la fusione tra ambiente, aspettative umane e spazi architettonici nelle tue foto si trasformano in racconti veri e propri da cui non si uscirebbe mai tanto incantano. Gran affabulatore di luci ed ombre e la fotografia in bianco e nero non può che esserti grata per i risultati ottenuti. Grazie anche da parte mia! Come smettere di guardare quel che ho davanti agli occhi quando ti fa sentire in pace, in armonia, ti fa viaggiare nel tempo e nello spazio raggiungendo idealmente i luoghi da te catturati?! Semplice non smettendo di farlo, continuando a carpire, capire, i segreti della tua splendida, essenziale, fotografia in bianco e nero. ammirando i risultati ed immergendosi nei giochi di luci ed ombre che finiscono per essere ipnotici. (Paola Palmaroli)
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